Il conflitto bellico tra Russia e Ucraina sta mettendo alla prova l’economia mondiale. Aumentano gas e petrolio, così come altre materie prime ed energia elettrica. E la conseguenza sembra inevitabile anche per i mutui. Con l’incremento sempre più evidente dell’inflazione e i rincari che ne conseguono, le più autorevoli fonti internazionali sottolineano come le varie banche centrali potrebbero essere obbligate ad aumentare i tassi di interesse legate ai prestiti erogati nel prossimo periodo per poter contenere l’inflazione galoppante che stiamo vivendo.

Esiste però un elemento contrario che potrebbe portare ad una panoramica meno negativa di quella che pensiamo. Infatti, se il conflitto dovesse prolungarsi e aumentare di portata, le stesse banche centrali che hanno già iniziato ad alzare i tassi di interesse potrebbero invertire la direzione di marcia in favore di un risollevamento dell’economia. Al momento la Fed (Banca centrale americana) e la BoE (Banca d’Inghilterra) sembrano intenzionate ad aumentare dello 0,25% i tassi di interesse. Al contrario, la Bce (Banca centrale europea), potrebbe muoversi più cautamente per non minare la ripresa economica nell’era post-Covid. Questa previsione, immaginata da una recente analisi della Reuters, agenzia di stampa britannica, segnalerebbe una possibilità di rialzo su suolo europeo dello 0,2% per tutto il 2022.

In Italia il mutuo con interesse fisso è già aumentato di mezzo punto percentuale, con l’ultima rilevazione che registra tra 1,5% e 1,96% a seconda dell’offerta proposta. Comunque ben lontana dal 1% del 2021. Il consiglio per chi volesse sottoscrivere un mutuo oggi è quello di propendere per un mutuo a tasso fisso, onde evitare ulteriori aumenti che potrebbero essere protagonisti nei prossimi mesi.